Eleonora Negri

Eleonora Negri

Alla base del progetto architettonico dell'intero progetto vi è il concept ideato da Marco Balich: l'icona di tale programma è l'Albero della Vita quale metafora di luogo destinato all'esposizione di progetti dei nuovi talenti italiani. L'aspetto esteriore di Palazzo Italia è un richiamo visivo alla natura e al rispetto di quest'ultima, nell'immagine ma anche nella forma, si tratta infatti di un edificio a basso impatto ambientale che integra l'utilizzo di energia rinnovabile. Quattro elementi compositivi che raffigurano grandi alberi radicati, si innalzano a formare una rete intrecciata di rami che fioriscono in una chioma vetrata. Questo sistema consente di creare, all'interno del complesso, una piazza sormontata da un grande lucernario che lascia filtrare la luce naturale.
Protagonista del progetto è la vela in acciaio e vetro che rappresenta il manto di copertura. La parte trasparente genera un senso di sospensione che si svolge in una silhouette articolata dalle curvature sinuose.


La realizzazione della Vela di copertura di Palazzo Italia è stata affidata a Stahlbau Pichler, che si è adoperata per rendere cantierabile il progetto esecutivo e realizzare le strutture metalliche portanti e la copertura vetrata di questo intervento, vero e proprio simbolo di Expo 2015. La Vela sarà realizzata in acciaio e vetro ed in parte rivestita con moduli fotovoltaici.


Il Palazzo creato secondo l'idea progettuale della studio Nemesi&Partners è ubicato nei pressi dell'incrocio del "Cardo" e del "Decumano", al centro dell'area Expo di Milano, e si estende su un'area quadrata di 57,5 m di lato, per una altezza media pari a 25 m circa, con 4 livelli, oltre a un piano mezzanino, per una superficie totale di circa 9.000 mq. In tutto questo spazio, solo la copertura s'inserisce con un'ampiezza di circa 4.500 mq caratterizzandosi per il complesso disegno tridimensionale.


Tra gli elementi cardine del progetto vi sono certamente trasparenza e tecnologia. A questi perfettamente risponde la Vela che sovrasta l'intero palazzo, per i materiali adoperati e per la progettualità insita nell'intervento.


Per ottenere una copertura dalle prestazioni eccellenti, sono state accuratamente studiate le strutture di sostegno della vela distinguendole in tre aree distinte: Area "Expo", Area "Auditorium" e Area "Uffici". Ognuna di queste è stata poi divisa in "zone" al fine di verificare la migliore tecnologia costruttiva della struttura senza tralasciare alcuna opzione.
Per ogni zona sono state analizzate le sollecitazioni cui la vela verrà sottoposta per il carico da neve, vento e variazioni termiche, il tutto pensando all'armonia formale e alla particolarità del corpo del progetto. Il carico da vento considerato nel progetto della struttura è frutto di un'accurata analisi condotta dal Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano che è stato incaricato di determinare, tramite prova in galleria del vento, gli effetti del carico eolico sul Palazzo Italia. La procedura di indagine è avvenuta attraverso una modellazione 3D dell'edificio e del tessuto urbano circostante. È stato infatti creato da Stahlbau Pichler un unico modello strutturale complesso per tenere conto contemporaneamente di tutti i carichi agenti, considerando anche le sollecitazioni e i modi propri di vibrazione dovute a vento e sisma. Tale modello è stato considerato appoggiato su un edificio sottostante e pertanto sono state verificate anche le problematiche di risonanza con la struttura sottostante.


A favore di sicurezza si è condotta un'analisi sismica considerando la massima accelerazione che ci si può attendere nel sito dove sta sorgendo la struttura, mentre per l'analisi termica sono state esaminate distintamente le due differenti situazioni previste: sulla copertura, per quanto concerne la parte vetrata, si individuano infatti una zona termica con vetrocamera ed una zona realizzata mediante l'impiego di lastre di vetro stratificato.


Stahlbau Pichler ha risposto prontamente alle necessità di prevedere soluzioni su misura per l'intervento, tratto distintivo dell'azienda, proponendo una soluzione customizzata attraverso elementi puntuali che consentono di tarare la posizione di ogni singolo pannello vetrato nel complesso della struttura in acciaio, ma anche in rapporto ad ogni altro pannello previsto. Tutto ciò per rispondere al meglio alle esigenze di regolazione in cantiere, ma ancor più alle esigenze derivanti dall'utilizzo di lastre trasparenti di forma quadrangolare differentemente piegate.


Palazzo Italia, una foresta urbana con piazza centrale, è una delle opere permanenti, che rimarranno al loro posto una volta terminato l'Expo. Verrà trasformato in uno spazio per la ricerca tecnologica, la formazione e l'educazione in campo scientifico ed ospiterà il "Vivaio dell'Innovazione". Il Palazzo è pensato come elemento vivo, evocante l'albero della vita.
In questo progetto si sono rivelate fondamentali le collaborazioni tra i diversi interpreti coinvolti.
In questa direzione l'azienda Stahlbau Pichler si è mossa aprendo le porte del proprio stabilimento produttivo per consentire la presa visione del grande mock-up: progettisti, direzione lavori e tecnici delle imprese interessate hanno potuto "verificarne con mano" la resa funzionale, prestazionale ed estetica dell'intervento di Stahlbau Pichler.

Credits Vela di Copertura Palazzo Italia

Team di Progetto:
PROGETTO ARCHITETTONICO: Nemesi & Partners srl
ENGINEERING, PROGETTO STRUTTURALE E IMPIANTISTICO: Proger spa, BMS Progetti srl
SOSTENIBILITA' ENERGETICA: Prof. Livio De Santoli

Imprese di costruzione:
VELA E STRUTTURE METALLICHE DI COPERTURA: Stahlbau Pichler srl
REALIZZAZIONE EDIFICIO ESPOSITIVO: Italiana Costruzioni spa con Consorzio Veneto Cooperativo S.C.P.A.
INVOLUCRO ESTERNO: Italcementi spa e Styl-Comp Group

Scheda informativa Vela di Copertura Palazzo Italia

Luogo: Milano, Italy
Sistema costruttivo: la struttura spaziale della copertura, del peso complessivo di circa 350 tonnellate, è costituita da un'orditura primaria in travi reticolari in acciaio realizzate con correnti superiori ed inferiori in profili tubolari a sezione circolare e puntoni verticali in piatti sagomati, da un'orditura secondaria in profili tubolari a sezione circolare e da nodi di collegamento mediante giunti saldati e/o bullonati non a vista
Vetri (tipologia di vetri utilizzati): importantissima si è rivelata la definizione della tipologia di vetro impiegato nelle differenti porzioni di superficie: sono stati previsti vetri stratificati o vetrocamera piani, fotovoltaici, triangolari e curvi, sostenuti e fissati da circa duemila fissaggi puntali studiati ad hoc e 3500 m di guarnizioni.

Friday, 28 August 2015 17:11

Padiglione Germania

Il progetto, caratterizzato dal particolare intreccio tra la presentazione degli spazi e quella dei contenuti, è espressione del motto "Fields of Ideas". L'architettura ricorda il tipico paesaggio rurale tedesco, fatto di prati e campi: gli elementi rappre¬sentativi e centrali del padiglione sono le piante stilizzate che, come "germogli di idee", sbucano dal piano dell'esposizione e raggiungono la su¬perficie esterna.

L'intero edificio ha una lunghezza di circa 120 m, una larghezza di circa 34 m, un'altezza fino a 12 metri e le zone di esposizione coprono un'area di circa 2.700 mq, tra pianterreno, primo piano e copertura.
Con i suoi 4.933 mq di superficie si presenta come uno dei lotti di massime dimensioni all'interno del sito espositivo. Per la struttura temporanea, che al temine della manifestazione verrà smantellata, è stata impiegata la minor quantità di materiale possibile limitando così l'impatto sull'ambiente. Una strategia che ha previsto l'impiego dell'acciaio, in linea con i principi della sostenibilità: esame critico, consumo e riutilizzo.
Le 6 coperture che evocano forme vegetali, sono gli elementi particolarmente scenografici che coprono gli spazi aperti del padiglione.

La struttura d'acciaio di ogni albero è costituita da una colonna tubolare centrale ancorata al pianterreno e vincolata orizzontalmente alla soletta del primo e secondo piano. Alla sommità della colonna, 6 travi a sbalzo orizzontali sono fissate trasversalmente alla colonna e sorreggono un tubo perimetrale che serve da elemento di fis¬saggio della membrana semitrasparente a forma di petalo.
12 colonne collocate sulla circonferenza sorreggono una trave reticolare perimetrale e altre quattro travi reticolari, due in ogni direzione, vanno a formare la struttura principale di copertura. In totale per il padiglione tedesco sono state utilizzate 431 tonnellate di acciaio, tra profili tubolari, HE e travi composte saldate.


PADIGLIONE GERMANIA

Committente: Ministero Federale per l'Economia e l'Energia
Affidataria gestione e organizzazione padiglione: Messe Frankfurt GmbH
Ideazione, progettazione, realizzazione padiglione: Joint-venture Milla & Partners (impostazione concettuale, allestimento espositivo, progettazione multimediale); Schmid¬huber (ideazione spazi, progetto architettonico, masterplan); Nüssli Deutschland (esecuzione e gestione del progetto).
Realizzazione strutture in acciaio: Stahlbau Pichler srl

Friday, 28 August 2015 17:09

EXPO CENTRE

Expo Centre presenta le tecnologie costruttive, i materiali e le soluzioni impiantistiche adottate anche nel Padiglione Zero pur mantenendo dif¬ferenti vocazioni espositive e di accoglienza. L'opera, progettata come struttura temporanea per la quale, a fine esposizione, è previsto il recupero del materiale, è stata costruita su un lotto rettangolare di circa 164x64 m e ha una copertura di 7.900 mq.
II padiglione rappresenta un importante segno architettonico e paesaggistico all'interno dell'area, costituendo il fondale del Decumano che attra¬versa l'Esposizione Universale e la sua perfetta integrazione nel contesto è resa possibile grazie al disegno architettonico e ai materiali utilizzati che ne determinano il carattere simbolico.
L'ossatura è costituita da una struttura portante in acciaio, che funge da supporto agli elementi lignei che ricoprono e rivestono l'edificio.

La copertura è generata dalla ripetizione e dall'intersezione di 7 coni di due dimensioni differenti che evocano il paesaggio collinare tipico dei Colli Euganei; la parete esterna seziona le geometrie ed evidenzia i rilievi. I coni raggiungono 18, 27 e 31,5 m di altezza e sono costituiti da travi reticolari in carpenteria metallica disposte a raggiera sorrette da colonne in acciaio. Laddove necessario, sono state previste tra¬vi reticolari circonferenziali che forniscono rigidezza al guscio e divengono elementi di sostegno delle travi radiali intermedie, inserite per limitare a non oltre 6 metri la lunghez¬za degli arcarecci.

Sono 1.400 le tonnellate di acciaio utilizzate per le strutture: trovano impiego profili tubolari, travi HE e IPE ed angolari di qualità S355JR e S275JR; tutti i profili sono stati inoltre zincati a caldo.


EXPO CENTRE

Committente: EXPO 2015 spa
Progettazione preliminare
Coordinamento progettuale: Fiera Milano spa
Progetto architettonico: Michele De Lucchi
Progetto strutturale ed impiantistico: Milan Ingegneria srl
Progettazione definitiva ed esecutiva
Progetto architettonico e strutturale:
ITECO Italian Engineering Company srl
Progetto impiantistico: Stain Engineering srl
Architettura: Studio Rotre
Impresa: P&I Project Integrator
Costruttore metallico: Stahlbau Pichler srl

Friday, 28 August 2015 17:00

Padiglione Emirati Arabi Uniti

Il padiglione degli Emirati è progettato per coin­volgere i visitatori in un’intensa esperienza, rac­chiusa all’interno di pareti ondulate alte 12 metri. Queste strutture simboleggiano le dune di sabbia ed il paesaggio degli EAU, conducendo i visita­tori attraverso un viaggio che connette una se­rie di eventi attorno al tema principale di EXPO: “Feeding the Planet, Energy for Life”. Il progetto si prefigge lo scopo di portare la relazione de­gli Emirati con lo scenario ed il clima desertico all’interno dell’esperienza e tecnologie costruttive all’avanguardia sono state utilizzate per trasporre il paesaggio nell’architettura del padiglione, attra­verso le superfici ondulate ed increspate.

Situato in un lotto dalla pianta rettangolare, su di una su­perficie di circa 3.800 mq, il padiglione presenta una serie di eventi durante il percorso di visita, in­cluso lo scenografico ingresso attraverso le pareti, il fulcro centrale dell’esposizione nell’auditorium circolare e la successiva area post-show. Ol­tre alle tre esperienze, i visitatori avranno modo di assistere ad una preview di EXPO 2020, che si terrà a Dubai, prima di poter accedere all’area ristorazione che offre prodotti tipici degli Emirati. In aggiunta, il padiglione conterrà anche un busi­ness center, una galleria ed una VIP lounge, così come aree destinate allo staff.

Le grandi pareti rivestite in fibra di vetro sono sostenute da una struttura portante interamente in carpenteria metallica con colonne ed elementi secondari in acciaio. L’area centrale, caratterizzata da una pianta circolare e rivestita da pannelli dorati, rag­giunge un’altezza di 15 metri.

Tutti gli elementi in acciaio, di qualità S355J2 per 1.000 tonnellate complessive, sono giuntati mediante bulloni, in modo da favorire il disassemblaggio dell’edificio in situ, per poi trasportare le parti negli Emirati Arabi Uniti a conclusione dell’Esposizione Universale, costituendo un legame storico tra le due edizioni di EXPO al quale l’acciaio porrà una firma indelebile.

 

PADIGLIONE EMIRATI ARABI UNITI

Committente: Emirati Arabi Uniti

Progetto architettonico e strutturale: Foster + Partners

Design team: Norman Foster, David Nelson, Spencer de Grey, Gerard Evenden, Martin Castle, John Blythe, Martin Castle, Ronald Schuurmans, Ho Ling Cheung, Giovanna Sylos Labini, Andre Ford, Francis Aish, Henrik Malm, Roger Ridsdill Smith, Andrea Soligon, Daniel Skidmore, Andrew Jones

Collaborazione al progetto architettonico: Marco Visconti, Idest, Livio Trucano, Christian Caye

Progetto impiantistico: Foster + Partners, Manens Tifs

Collaborazione Ingegneria dell’incendio:

GAE Engineering srl

Project & Construction Management: Fraser Randall

General Contractor: Tecton Soc. Coop.

Costruttore metallico: Stahlbau Pichler srl

A rappresentare la Bielorussia all'Esposizione Universale di Milano è “Wheel of Life”, una Ruota della Vita immersa in una collina verde, ri­chiamo diretto alla morfologia tipica del paesaggio bielorusso.

“Wheel of Life” vuole proporsi come una sorta di organismo vivente rendendo i visitatori parte attiva dell’alternarsi di stagioni e fasi del giorno, in un continuo susseguirsi del tempo. Il padiglione della Bielorussia si estende su circa 550 mq a cui si aggiungono 313 mq di pavimen­tazione libera permeabile. I volumi del padiglione sono divisi in due zone: la prima, che ha un’altezza massima di circa 10 m, una superficie coperta da manto erboso di circa 815 mq e un volume di circa 1714 mc, ospita tra l’altro la sala ristorante, il bar e il gift shop. La seconda zona è utilizzata come spazio espositivo e ha un’altezza di circa 8 m con una superficie coperta da manto erboso di circa 366 mq e un volume di circa 958 mc.

La struttura dell’intero padiglione è realizzata in carpenteria metallica ed è costituita da profili cavi circolari, travi HE, solai d’interpiano in lamiera grecata e pannellature di tamponamento facilmente smontabili una volta terminato l’evento espositivo.

Per le finiture sono stati adoperati legno per la pavimentazione e strutture vetrate per le pareti delle sale conferen­ze, per favorire illuminazione ed aerazione. Anche la “Ruota della Vita” è realizzata interamente in acciaio, con travi a cassone ottenute da piastre saldate ed assemblate mediante bul­loni.

I parametri di un’architettura rispettosa dell’ambiente hanno condizionato la selezione dei materiali utilizzati per la costruzione del padiglione.


PADIGLIONE BIELORUSSIA

Committente: Repubblica della Bielorussia (Ministero degli Affari Esteri)
General contractor: Stahlbau Pichler srl
Progetto esecutivo, strutturale e costruzione metallica/facciate: Stahlbau Pichler srl
Progetto architettonico e design team: Kolya Shizza (Igor Kozioulkov, Dzmitry Beliakovich, Aliaksandr Shypilau)

Expo Milano 2015_Padiglione Bielorussia.

 

Sarà un piacevolissimo incontro con bellezza e gusto quello che si potrà fare visitando il padiglione della Bielorussia durante i 6 mesi di Expo, grazie al lavoro svolto da alcune imprese altoatesine di successo, prima fra tutte Stahlbau Pichler, il cui intervento si è reso fondamentale per la concretizzazione di opere prestigiose commissionate da diverse nazioni proprio per l’Esposizione Universale. Oltre all’importante coinvolgimento nella realizzazione di padiglioni nazionali come quelli di Italia, Germania, Svizzera, Cile ed Emirati Arabi Uniti, Stahlbau Pichler è stata incaricata della realizzazione del padiglione che rappresenterà proprio la Bielorussia, ma in questo caso, oltre alla costruzione e all'allestimento, Stahlbau Pichler sarà responsabile della gestione del padiglione durante i sei mesi dell'Expo. Un onore per l’impresa che, al fine di garantire i migliori servizi ai visitatori, ha riunito alcune eccellenze altoatesine, tra cui l’hotel Four Point Sheraton di Bolzano, conosciuto per la professionalità e il servizio tipici di un brand internazionale prestigioso e l’azienda di catering Emotion Events, una realtà giovane e motivata dell’Alto Adige capace di distinguersi per puntualità e qualità. 

 

Questo gruppo di aziende dell’Alto Adige con i propri team di professionisti ed addetti, gestirà il ristorante KALI LASKA presso il padiglione bielorusso durante tutto Expo 2015.

 

Unendo creatività, tradizione e un pizzico di spettacolarità, il risultato sarà una proposta sfiziosa e scenograficamente accattivante, con la riproposizione della tradizionale cucina bielorussa secondo chiavi di innovazione e freschezza, per proporre un menu maggiormente estivo.

 

Proprio in questo concetto di rivisitazione delle tradizioni culinarie bielorusse, si inserisce l’importante intervento dell’azienda Evol srl che è stata chiamata per trovare la soluzione ad una richiesta ben precisa: realizzare con le sue macchine speciali un gelato al gusto di Krambambuli, la tipica bevanda bielorussa a base di vodka e frutti di bosco. Questa ricetta ha infatti fornito lo spunto per la creazione di un gelato che porta lo stesso nome e utilizza gli stessi ingredienti, nato proprio per Expo. Il gelato ottenuto si è rivelato decisamente innovativo sia per sapore che per ingredienti che, al contempo, per modalità di preparazione. La speciale macchina Evol Gelital, prodotta in diverse serie, è difatti in grado di produrre un gelato cremoso e naturale, senza l’uso di alcun conservante e, cosa ancora più sbalorditiva, capace di conservarsi anche fuori dalla catena del freddo, a temperatura ambiente.

 

Questa macchina è stata costruita per esaltare i prodotti naturali e tra i vantaggi che garantisce ci sono: il basso costo di investimento (non serve infatti un laboratorio per produrre un buon gelato con questa macchina che occupa uno spazio davvero ridotto), semplicità d’uso (la macchina è intuitiva e dispone di un pannello comandi elettronico attraverso il quale si possono impostare le più svariate personalizzazioni), un risparmio energetico (non richiedendo per la conservazione l’uso di alcun frigo o impianto di refrigerazione), flessibilità (si possono gestire spazi e risultati) ed infine, cosa molto apprezzata dal consumatore, consente la creazione del gelato proprio davanti ai suoi occhi.

 

Nel caso di questo esclusivo gelato a base di vodka, fondamentale è stata la possibilità di programmazione consentita da uno strumento tanto preciso e multifunzionale.

 

Per ogni gelato texture, cremosità, gusto possono essere decisi dal produttore, ottenendo un risultato eccellente.

 

Tante dunque le novità da provare presso il Padiglione bielorusso, dove lo stesso Four Point Sheraton di Bolzano gestirà un particolarissimo negozio di souvenir tipici, provenienti direttamente dalla Bielorussia, così tornerete a casa con un ricordo dolce e tradizionale.

 

“Dobbiamo essere orgogliosi di una realtà come questa, capace di andare a prendersi il futuro senza aspettarlo e in grado di cogliere le opportunità offerte da Expo”. Con queste parole il premier Matteo Renzi ha descritto Stahlbau Pichler durante la sua visita a Bolzano. Il Presidente del Consiglio ha voluto conoscere e vedere personalmente lo stabilimento produttivo dove ad accoglierlo c’erano il Presidente Walter Pichler con gli oltre 200 dipendenti dell’azienda. Proprio dalle officine Stahlbau Pichler è partito il messaggio di speranza per le generazioni future con un elogio al sistema efficiente dell’Alto Adige della formazione duale capace di combinare l'apprendistato in azienda ad un solido percorso formativo. “La nostra Provincia ha il tasso di disoccupazione giovanile più basso d’Italia – ha ricordato il Presidente Kompatscher – e una buona parte del merito di ciò è da addebitare al sistema della formazione duale. L’alternanza scuola-lavoro consente ai ragazzi di mettersi concretamente alla prova e permette di unire il sapere al fare: si tratta di un’eccellenza altoatesina che ha contribuito a costruire una società caratterizzata dal benessere”.

Il premier Matteo Renzi è stato accompagnato, oltre che dai due Presidenti delle province autonome, anche dagli assessori all’istruzione Christian Tommasini, Philipp Achammer e Florian Mussner all’interno della Stahlbau Pichler, realtà dinamica che ha contribuito alla realizzazione di alcuni fra i più avveniristici padiglioni dell’Esposizione Universale in corso a Milano. “La Stahlbau Pichler ha costruito 9 padiglioni all'Expo rimboccandosi le maniche e adattandosi al nuovo mercato, implementando l'export passando dal 30 al 70% del volume di mercato”. Aggiunge Renzi. Una soddisfazione e un riconoscimento per l’azienda che sta ormai da molti anni investendo sui giovani e sul futuro, andando oltre la crisi e il pessimismo. L’occasione è stata importante per mostrare come realtà italiane, nate da un forte spirito imprenditoriale, possano crescere ed entrare in un sistema lavorativo sempre più internazionale.



Committente Expo 2015 S.p.A.

Progetto architettonico:  Arch. Alessandro Scandurra

Progettazione strutturale: Redesco Progetti – Ing. Mauro Giuliani

Realizzazione delle Strutture metalliche e delle Facciate: Stahlbau Pichler

 

Milano entra nel vivo dell’Esposizione universale con l’inaugurazione dell’InfoPoint di Expo2015. 

I due moduli realizzati in acciaio in 90 giorni di cantiere sono un perfetto esempio di inserimento del nuovo nell’esistente, eseguito con i più alti criteri di sostenibilità e intelligenza costruttiva.

Progetto architettonico

Il progetto, che ha l’obiettivo di riqualificare via Beltrami, collegamento tra Foro Bonaparte e il Castello Sforzesco da una parte, e Largo Cairoli dall'altra, si sviluppa secondo un concept che è quello di creare una porta attraverso la quale entrare nell'esposizione universale del 2015.

Il progetto propone una piastra aperta, il suolo libero è caratterizzato da una piazza centrale e due padiglioni a “casello” laterali. Si ritrova infine una porta di accesso a Expo. La principale caratteristica di Expo è quella di essere un dispositivo trasformabile e adattabile senza che questo perda la propria forte identità.

Le strutture esterne fungono da supporti per i diversi strumenti di comunicazione, dagli stendardi alla grafica luminosa, trasformandosi periodicamente e assumendo connotazioni differenti nel tempo.

Al centro dei due padiglioni uno spazio “vuoto” fungerà da vero e proprio punto di informazione. Il richiamo all’impianto urbano ottocentesco è evidente, come pure il rimando al sistema assiale di spazi pubblici che dal Duomo porta all’Arco della Pace.

Due grandi vele trasmetteranno informazioni in tempo reale, mentre le vetrate lasciano visibili le attività che saranno ospitate all’interno.

L’opera è stata realizzata secondo principi di leggerezza, trasparenza, modularità, caratteristiche tipiche dell’acciaio sviluppato in grandi volumi reticolari e aerei, essenziali anche per ridurre al minimo l’impatto ambientale.

 

Struttura in acciaio ed Involucro

L'involucro è costituito da una struttura portante a vista in tubi di acciaio verniciati RAL9010 con sezioni minime, tali da formare una struttura molto leggera e trasparente, e da una facciata vetrata "appesa" alla struttura stessa.

I fabbricati hanno forma piramidale e di­mensioni di 41 x 15 m, con un’altezza di circa 19 m. La struttura portante, interamente a vista, prevede l’utilizzo di 140 tonnellate di acciaio.

La facciata vetrata, che si presenta quindi arretrata rispetto al filo della struttura esterna, è costituita nella quasi totalità da vetrazioni serigrafate con motivi a pallini colore RAL9010 e con una copertura dell’ 80%.

I vetri hanno ricevuto inoltre un trattamento di tipo “autopulente”, a base di biossido di titanio.

Le facciate impiegano sistemi Schüco AOC 50 nella variante SG (Structural Glazing), per un design uniforme senza compromessi per i valori di isolamento.

La copertura è costituita da una statigrafia "a secco", composta da lamiera grecata, isolamento termico e acustico, barriera antivapore ed infine lamiera aggraffata per la parte a vista.

Il piano terra si caratterizza per una facciata continua con vetrazioni trasparenti e profili portanti in acciaio inox lucido. Le porte d'ingresso, con luce netta da 3000 mm, sono state perfettamente integrate nella facciata stessa.

Storia, progetto e funzioni

Rientra nella strategia di recupero del patrimonio immobiliare dismesso scelta dal comune di Milano, questo intervento unico nello sviluppo e nel concept ideativo.
Rispecchia le nuove strategie urbanistiche che cercano di giungere al rallentamento del consumo del suolo, la nuova operazione milanese per rifunzionalizzare aree abbandonate, anche disegnandone nuove porzioni per far riacquistare alla città una sua parte importante e storica. Sotto la spinta di questa nuova sensibilità, il cuore dell’immenso quadrilatero occupato un tempo dai capannoni dell’Ansaldo di via Bergognone, in zona Tortona, è stato destinato, nel 1999, a trasformarsi da archeologia industriale del primo Novecento a “la Città delle Culture”.
L’impianto originario risale infatti al 1904 ed è riconducibile all’impresa automobilistica di Roberto Zϋst. Già nel 1908 però le officine vengono rilevate dall’AEG per la produzione di componenti elettriche e dinamo, giungendo, dopo una serie di passaggi, al gruppo Finmeccanica-Ansaldo, nel 1966, che si occupava qui della costruzione di locomotive, carrozze ferroviarie e tramviarie.

Le strutture e le facciate

La struttura in acciaio della grande “lanterna” centrale e le facciate sono state realizzate da Stahlbau Pichler seguendo un disegno tanto pulito visivamente quanto complesso dal punto di vista realizzativo.
Andando a vedere la sezione verticale della lanterna possiamo identificare: scossalina in alluminio preverniciato, lastra di compensato marino da 20 mm, manto impermeabilizzante a base bituminosa, supporto puntuale per lastra di compensato marino, elemento stabilizzante del montante verticale, isolamento termico con doppia lastra di polistirene estruso, elementi di ancoraggio del montante della facciata vetrata alla struttura in acciaio retrostante, corpo illuminante, struttura in acciaio verniciato bianco, colonna in acciaio verniciato bianco, trave di bordo in acciaio.

La facciata continua esterna è realizzata con profilati in acciaio e cartelline esterne in alluminio preverniciato. Il vetrocamera è composto da doppio vetro stratificato con interlayer di pvb opalino e lastra interna ad assorbimento termico. Il grigliato in acciaio preverniciato bianco presenta una maglia 44x44, di altezza 25/10 mm e s=2 mm, fermapiede in acciaio preverniciato bianco, giunto orizzontale con sigillatura siliconica, corpo illuminante con riflettore bianco, staffa di ancoraggio in acciaio preverniciato bianco della facciata continua esterna alla struttura in acciaio retrostante, colonna in acciaio verniciato bianco, struttura d’irrigidimento in acciaio.

Il rivestimento in alluminio preverniciato è stato predisposto con isolante termico a doppia lastra di polistirene estruso di spessore minimo pari a 8 cm, massetto di pendenza in calcestruzzo alleggerito a pendenza min. 1%, soletta in calcestruzzo armato, struttura in acciaio di supporto per la vetrata della vetrina espositiva, controsoffitto in lastre fonoassorbenti avvitate su orditura metallica, piatti in acciaio calandrati preveniciati in bianco per il fissaggio del vetro, corpo illuminante montato su binario a incasso.

La parete vetrina espositiva è stata realizzata in vetro curvo extrachiaro stratificato 10+10 mm e il pavimento sopraelevato ha finitura in basaltina, supporti verticali regolabili, cordolo in calcestruzzo armato. La base della vetrina espositiva è stata prevista in pannelli modulari di mdf verniciato con piastra in acciaio verniciato bianco da 10 mm pantografata al plasma.

La facciata continua interna è realizzata con intelaiatura perimetrale in alluminio e vetro curvo extrachiaro stratificato con interlayer di pvb opalino e acidatura sulla superficie interna all’atrio.
La struttura è in acciaio, il telaio di supporto della vetrata interna è in alluminio preverniciato bianco, la lastra di tamponamento in cartongesso e i pannelli sono modulari sandwich in mdf bianco, apribili per ispezione con cerniere a scomparsa e meccanismo di chiusura nascosto.

Montanti e traversi in acciaio sono tutti verniciati in colore bianco.
Il vetrocamera, del tipo doppio stratificato, è composto da: lastra esterna extrachiara 66.2 con pvb opalino, intercapedine d’aria 16 mm, lastra interna float 44.2 ad assorbimento termico.

Conclusioni

La Città delle Culture incarna in sostanza la concretizzazione di un esteso e articolato parco tematico culturale all’interno dell’area industriale dove si ergevano gli insediamenti produttivi dismessi dell’Ansaldo. L’area interessata dall’intervento si trova a Sud-Est di Milano, non lontano da Porta Genova e dalla circonvallazione esterna della città. Si snoda lungo via Tortona, via Borgognone, Via Savona e via Stendhal, ne circoscrive il perimetro e ne impone la forma quadrilatera.
La grande piazza interna in vetro sagomato, che definisce la sorgente dell’intero volume e s’innalza a lanterna polilobata dal centro dell’edificio, è l’unica forma organica del progetto ed è pensata per dare vita ad un ambiente protetto visibile dall’esterno, una vera e propria linea di demarcazione e definizione dell’introflessione che accomuna l’opera, la città ed il visitatore. La centralità di questo elemento unita alla refrattarietà visiva delle superfici esterne, rimanda all’introflessione dell’architettura della tradizione milanese, superando ogni inciampo nell’autoreferenzialità.
In ragione della dislocazione territoriale dell’area dove sorge la Città delle Culture, ovvero uno dei contesti urbani di Milano più in evoluzione, è stato giusto prevedere spazi flessibili capaci di accogliere nuovi stimoli ed essere ridefiniti nel tempo. L’interazione con le attività in essere nella zona consentirà di valorizzare le aree dedicate alle mostre temporanee, l’auditorium, ed i laboratori, gli spazi per la didattica ed i negozi. Sinergie con l’esistente e con il possibile manterranno in vita nel tempo il nuovo polo culturale. Di contro la Città delle Culture farà da stimolo per le attività della zona, richiamando persone e impedendo una frammentazione dispersiva, mantenendo piuttosto la spinta verso i temi della novità e della creatività.
Lo sviluppo, dalla progettazione alla realizzazione di tutte le strutture in acciaio e delle facciate di quest’opera ha rappresentato per Stahlbau Pichler una nuova sfida dalle grandi soddisfazioni.

Credits

Committente
Comune di Milano – Direzione settore Musei

Progettista
David Chipperfield Architects: David Chipperfield Giuseppe Zampieri, Cristiano Billia, Oliver Ulmer; Responsabili di Progetto: C. Billia, G. Sirica, O. Ulmer; Architetti di contatto: PiùArch (concorso), F&P Architetti; Consulente per l’architettura: Alberto Izzo & Partners

Modelli
David Chipperfield Architects, A-Models, Metthew Marchbank, Vista Models

Illuminotecnica
Ove Arup & Partners, Mario Nanni Progettista

Preventivi e computi
Tim Gatehouse Associates, F & P Cantieri

Direzione artistica
David Chipperfield Architects e Italsocotec (consulenti)

Direzione lavori
Comune di Milano, Direzione Centrale Tecnica

Strutture in acciaio e involucro
Stahlbau Pichler (per le strutture e le facciate dell’atrio centrale, per le facciate vetrate ed i rivestimenti in Zn-Ti di tutto l’intervento)
Project Manager: Diego Pulici
Design Manager: Massimo Colombari

Imprese
Consorzio Cooperativa Costruzioni: Ansaldo 2011 composta da Cooperativa di Costruzioni Lavoranti e Muratori, Società Cooperativa Muratori Sterratori ed Affini per le opere edili e le finiture; Stahlbau Pichler per tutte le strutture in acciaio e le facciate; Gemmo Impianti per impianti elettrici e speciali; Cooperativa Cefla per impianti meccanici.
Strutture: Sajni & Zambetti.
Impianti: Manens Intertecnica, Ove Arup & Partners

Tempistiche
1999-2000 concorso; 2001-2007 progettazione; 2008-2013 realizzazione

Posizionato in una zona in forte sviluppo, quella del business center Maciachini, lo store di casa Levi’s si propone come un box di trasparenze evoluto in forma di open space, dove l’aria che porta fermento ad idee e proposte è libera di girare e la luce entra ad illuminare un ambiente dove tutti i reparti vivono quotidianamente fianco a fianco.  Il nuovo building Levi's, progettato da Italo Rota, è un edificio architettonicamente seducente e al contempo funzionale. Tre piani con terrazzi e giardini, capaci di raffigurare appieno la filosofia Levi's: niente barriere, pareti trasparenti, uno spazio aperto appunto dove sviluppare una collaborazione a 360°. La nuova sede Levi Strauss Italia di Milano ha facciate costruite da Stahlbau Pichler.

 

A Stahlbau Pichler sono stati commissionati il progetto esecutivo e la realizzazione delle facciate.

Su progetto architettonico di Italo Rota, il sistema costruttivo delle facciate si articola attraverso montanti e traversi in acciaio e superfici vetrate, che si sviluppano a loro volta su di un totale di 2700 mq.

Per la realizzazione dei profili Stahlbau Pichler ha utilizzato un acciaio fabbricato ad hoc tagliato per mezzo di taglio termico RAICO SG2-56 - Uf=0,9.

La struttura in acciaio è stata poi verniciata in opera e le fughe dei vetri sigillate strutturalmente con sigillante SIKA.

 Un edificio reso unico dall’attenzione dedicata all’impatto estetico, assicurato dall’utilizzo, per la giuntura della struttura intera, di nodi con fissaggio nascosto e di saldature in opera.

L’andamento armonico e decisamente particolare della facciata è stato raggiunto grazie all’utilizzo di profili tubolari in acciaio dalle differenti misure, essenziali per creare le complesse geometrie tridimensionali della struttura. Un disegno che, nella sua asperità esecutiva, risulta equilibrato e gradevolmente pulito nelle linee, simbolizzando un’antitesi progettuale perfettamente riuscita, un contrasto insito solo nell’essenza esecutiva dell’opera che invece appare assolutamente scevra da difficoltà costruttive nella sua fisicità finale.

Alti livelli di ingegnerizzazione e di finitura estetica distinguono l’impegno esecutivo richiesto da quest’opera la cui progettazione esecutiva è avvenuta in tempi assai ristretti.

L’eccezionalità del montaggio della facciata esterna, giustificata dalla dimensione delle luci di portata (sono oltre 24 i metri di luce libera), si accompagna alla varietà tipologica dei vetri, oltre 300 sagome diverse.

La luce e la trasparenza dunque riaffermano la loro centralità in piena armonia con il masterplan dell’area in cui la sede si inserisce.

 Levi’s store è quindi uno straordinario punto di incontro tra l’essenza del business park, indipendente e completo, e l’interattività di un centro metropolitano. Straordinaria è infatti la posizione di questo progetto che mantiene una eccezionale capacità connettiva con il quartiere e le zone limitrofe.

Il Levi’s store può difatti usufruire a pieno delle vie di passaggio che s’innervano nell’intero parco. Nuove strade interne al Business Park, un percorso pedonale che taglia in diagonale il sito, percorsi ciclopedonali assicurano un flusso di persone continuo, condizione ideale per lo store.

 

Credits

Localizzazione: via Imbonati 22, Milano

Superficie costruita: ca. 4000m²

Development and Project Management: Europa Risorse srl

Committente: Maciachini Properties s.r.l.

Progetto Architettonico: arch. Italo Rota, Milano

Progetto Strutturale: studio Planning, Bologna

Progetto esecutivo facciate: Stahlbau Pichler SRL

Realizzazione facciate: Stahlbau Pichler SRL

Sistema costruttivo facciate: montanti e traversi in acciaio e vetro

Vetri (tipologia di vetri utilizzati): vetri selettivi Interpane

Superfici vetrate: 2700m²

Profili di facciata (materiali, tipo di taglio, trattamenti in superficie):

  • Profili in acciaio ad-hoc Stahlbau Pichler SRL
  • Sistema facciata a taglio termico RAICO SG2-56 – Uf=0,9
  • Sistema facciata fredda ad-hoc Stahlbau Pichler SRL
  • struttura in acciaio verniciata in opera
  • Fughe dei vetri sigillati strutturalmente con sigillante SIKA

Acciaio utilizzato (quantità): 180ton - S275JR

 

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