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Tuesday, 17 March 2020 09:32

Fuoco e cemento: Burnout, by Francesco Feltrin

È quello che ha fatto con la soluzione cementizia Ideal Work® il designer Francesco Feltrin per il suo progetto Burnout.

Giovane designer e artista dal grande potere comunicativo, Francesco Feltrin inizia il suo progetto Burnout durante il secondo anno del master in Design Products al Royal College of Art, lavorando sullo studio della plasticità e versatilità del calcestruzzo. E da qui è nata l’idea di creare oggetti su piccola scala utilizzando in modo innovativo questo materiale. Tornato in Italia, ha così chiesto a Ideal Work® di creare una soluzione cementizia ad hoc per questo progetto.

Ispirato dalla tecnica utilizzata dall’architetto svizzero Peter Zumthor per la Cappella Bruder Klaus, Feltrin ha creato  degli oggetti di design su piccola scala, utilizzando in modo innovativo il calcestruzzo decorativo Ideal Work®  e il fuoco, elemento essenziale di questa collezione.

“Bachelard definisce il fuoco come qualcosa tra scienza e poesia, che è esattamente il punto in cui mi sono concentrato per il mio lavoro. In questo progetto il fuoco è stato effettivamente usato come uno strumento originale per scolpire i miei pezzi. Il processo di Burnout va nella direzione opposta a quella di un processo creativo comune, dove l'aggiunta, l'incollaggio e la saldatura sono possibili modi tradizionali per realizzare un oggetto; Burnout parla di progettare il vuoto che verrà poi cesellato dal fuoco.” Afferma Feltrin

Le opere di Burnout sono così create mediante la produzione di una forma utilizzando legno e carta di giornale inseriti in uno stampo, in cui viene successivamente inserita la soluzione cementizia. Alla fine, l’interno contenente la carta viene bruciato. Ma se ci si aspetta che questa venga spazzata via dalle fiamme, ciò non avviene: un piccolo strato rimane saldo, e così un materiale fragile, che nasce come usa-e-getta e destinato a sparire tra le fiamme, rimane e diventa qualcosa che potrebbe durare per decenni.

“Sto ancora lavorando sodo per definire un linguaggio di superfici bruciate, e sembra chiaro che il risultato sarà diverso ogni volta, anche quando si fa una serie limitata dello stesso oggetto. È il fuoco stesso che garantisce questo insolito effetto. Ho il controllo della forma generale, ma è il fuoco che definisce il pezzo finale, scolpendo il cemento e dandogli questo esito imprevedibile e incredibile.”

Il progetto Burnout è stato presentato al London Design Festival 2018, Decorex 2018, Collect 2019,  Salone del Mobile 2019 e London Design Festival 2019.

Chi è Francesco Feltrin

Laureato in Architettura presso l’Università degli Studi di Trieste, nel 2016 Francesco si trasferisce a Londra per seguire il Master in Design Products presso il Royal College of Art. È durante questo periodo che inizia a produrre le sue creazioni lavorando con il cemento e la ceramica.

Lo stile è da subito evidente: un linguaggio brutale, sperimentale, psichedelico, svincolato ma anche cerebrale e metodico. In una famiglia di falegnami e ingegneri meccanici, Francesco unisce questo universo scientifico e rigoroso alla spiccata sensibilità data dalla madre, insegnante di lettere; un binomio utile per la sua arte.

La sua mission: dare alla cultura un posto di rilievo all’interno della società, troppo focalizzata su questioni pratiche e immediate.

“Alla cultura serve tempo, al mio lavoro serve tempo, per studiare e scegliere i materiali. Per questo mi sono rivolto a Ideal Work® per il mio progetto Burnout: oltre a sviluppare dei prodotti innovativi e performanti, come Microtopping®, l’azienda nel mio caso ha sviluppato un prodotto specifico e su misura, dimostrando grande professionalità e profonda conoscenza del materiale.

 

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In provincia di Treviso, tra i vigneti da cui nasce il prosecco, si trova un nuovo ristorante, frutto di un importante progetto di recupero: La Ghiacciaia.

Anticamente una ghiacciaia di villa nobiliare di proprietà dei conti Pola-Neville, divenuta un deposito di munizioni durante la Grande Guerra e infine chiusa dai coltivatori locali intorno agli anni ’50 per questioni di sicurezza. Per inserirsi in questo contesto così intriso di storia, lo studio di Architettura MAO Architects ha così elaborato un complesso progetto di recupero dell’esistente che, affiancato ad un nuovo intervento, ne ha amplificato le specificità naturali.

L’edificio, un’area di 800 mq, risulta così equilibrato, nei volumi e nelle trasparenze, e valorizza il contesto in cui si inserisce. Particolare attenzione è stata rivolta alla geometria dell’impianto: tutta la nuova proposta progettuale relaziona gli assi geometrici e l’orientamento dei manufatti all’unico elemento geometrico superstite dell’antico assetto della villa, il muro di cinta.

L’entrata al ristorante viene raggiunta tramite i filari e il passaggio attraverso quella che era conosciuta come la grotta, un antro illuminato da luci a terra e che conduce nel cuore sotterraneo del “brochen”, l’antica ghiacciaia di fine ‘600. Qui, la caratteristica geometria dello spazio è ammirabile interamente grazie ai due livelli di pavimento in vetro.

Dalla ghiacciaia si arriva poi al bunker, caratterizzato da spessi muri in cemento armato, e successivamente alla nuova e moderna struttura, che contrasta armoniosamente con i materiali preesistenti, alleggerendoli e donando ariosità al tutto.

Si apre una cucina a vista affiancata alla corte verde, che, grazie alle pareti di vetro, comunica con l’ampia sala lounge illuminandola appieno. Questo giardino interrato è inoltre ispirato ai giardini d’inverno presenti nelle ville ottocentesche, e diviene il baricentro dell’edificio. Il legame con l’esterno è completato con uno spazio esterno panoramico sulle vigne su cui si sviluppa il dehor. Si tratta dell’antica orangerie, ricostruita sotto forma di tettoia, le cui colonne ammiccano nella loro forma ai tralci dei vitigni.

Sulla sommità della ghiacciaia, nel recupero del giardino esterno, sono stati inoltre ricreati sei spazi semi privati, circondati da essenze vegetali, che evocano sempre i luoghi in uso nei giardini sette-ottocenteschi, quando sulla cima di piccoli rilievi venivano collocati padiglioni dove sostare e godere viste sul parco o sulla campagna circostante.

La comunicazione tra passato e presente è centrale in questo progetto. Anche per le pavimentazioni e i viali esterni serviva una soluzione che avesse elevate performance tecniche, ed al contempo si integrasse armoniosamente nel contesto: è stato così scelto Sassoitalia® Ideal Work®, la pavimentazione per esterni che rievoca la grande tradizione italiana del “sasso lavato”.

Grazie alla possibilità di utilizzo di graniglie locali e naturali, Sassoitalia®  è ideale in contesti come quello de La Ghiacciaia, e permette una grande libertà progettuale.

Così come gli esterni, anche gli interni de “La Ghiacciaia sono il risultato di un’attenta scelta di geometrie e materiali, in linea con il DNA di questo luogo: cemento, vetro, acciaio, argilla di Possagno e pietra locale si legano in un’armonia collettiva. Lo spazio è estremamente curato ed elegante, adornato con elementi e richiami estetici studiati nel dettaglio. La sequenza in cui sono disposte le sale trasporta l’ospite ogni volta in una nuova dimensione, ma sempre seguendo un progetto coerente e armonioso, capace di arricchire il vissuto personale del singolo raccontando il passato del luogo attraverso una sapiente reinterpretazione architettonica.

Per favorire la continuità tra gli spazi, per la pavimentazione di tutte le sale interne, le scale e i bagni è stato scelto Lixio®+, la variante del pavimento alla veneziana Ideal Work® Lixio® caratterizzato da una maggior dimensione della graniglia e uno spessore maggiore. Lixio®+ riprende la più antica tradizione dei terrazzi alla veneziana, creati durante la Venezia dei Dogi e affermati in tutto il loro pregio durante il Rinascimento. Questa anima antica ricreata attraverso moderne tecnologie, fa di Lixio®+ la pavimentazione ideale per armonizzare e contribuire all’eleganza del tutto.

 

 

Credits:

Location: Pederobba - Treviso

Client: Teso Mauro

Architects leader: MAO Architects

Architects: Erich Milanese

Structural design: MP PLAN Engineering S.r.l.

Interior design and works management: MAO Architects

Construction company: Gruppo Cecchin Costruzioni Edili – La Maggiò Engineering & Construction

Photography: Marco Zanta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Wednesday, 12 February 2020 09:51

Una villa nascosta nel paesaggio delle terrazze liguri

Ad Imperia, affacciata sul mare, Villa Nemes si confonde con il paesaggio delle terrazze liguri dentro cui è inserita. La casa, progettata da Giordano Hadamik Architects, si presenta come un edificio residenziale unifamiliare di circa 210 mq, con un’ampia piscina a sfioro di circa 50 mq che guarda il mare.

Affinché l’edificio si integrasse perfettamente con il panorama circostante, l’ampia facciata è stata rivestita in pietra naturale, con un tetto verde che minimizza l’impatto visivo e l’abitazione è stata circondata da essenze mediterranee.

Oltre a questa attenzione estetica, Villa Nemes presenta anche tutti gli elementi che la portano ai livelli di una Passivhaus: l’edificio è stato infatti isolato per ridurre i ponti termici, il patio esterno in legno e ghiaia garantisce la massima permeabilità del terreno; il tetto verde riduce la disparità termica e le ampie vetrate consentono di sfruttare al massimo la luce naturale. A questo si aggiungono l’utilizzo di fonti di energia sostenibile, come i pannelli solari e fotovoltaici. È stato infine installato un sistema di ventilazione meccanica per mantenere una qualità dell’aria interna ottimale, riducendo il consumo di energia.

All’interno l’abitazione presenta un grande ingresso centrale, che porta da un lato alla cucina e al soggiorno e dall’altro a cinque camere da letto, ognuna dotata di spazio esterno privato con vista sul mare. Tutti gli ambienti sono illuminati da ampie vetrate che lasciano entrare la luce del sole, creando al contempo un effetto di continuità tra interno ed esterno.
Nel complesso lo spazio risulta arioso e ordinato: lo stile è minimal, con l’utilizzo di pochi materiali di alta qualità – come la pietra ed il legno - e ogni complemento assolve una propria funzione, riempiendo tutto lo spazio.

Nell’ampio soggiorno, i mobili della cucina, del bar, della biblioteca, realizzati su misura, così come il tavolo della cucina e gli sgabelli, diventano un volume unico delle tonalità calde del legno. Un volume che gioca per contrasto con il muro di cemento esposto sul retro del soggiorno e con il pavimento, una superficie cementizia su cui è stato posato Microtopping® Ideal Work®. Un effetto finale vellutato e materico che ha saputo donare un carattere moderno e particolare a tutto l’ambiente.

 

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Street industrial Style: queste sono le parole che riassumono lo stile di un moderno appartamento di 83 mq situato nel centro di Bucarest.

Ispirata dalle tendenze di interior design che caratterizzano bar e ristoranti del momento, l’Arch Alexandra Zamfirescu per questo appartamento ha voluto trasporre l’industriale nel contesto residenziale, associandogli un leggero tocco vintage e innovativo. Ecco che ai soffitti in cemento grezzo vengono accostate pareti faccia a vista e pavimento in microcemento, a sua volta alternato da cementine anni ’60.
Protagonista dell’arredo è il colore: all’ingresso, un divanetto giallo ocra conduce ad un open space che comprende living, in cui spiccano due poltrone vintage in velluto rosso, e una cucina, in perfetto stile industriale. A contrastare il bianco e grigio dominanti, colori caldi, che contribuiscono al calore famigliare; nel complesso l’ambiente risulta minimalista, con pochi e eccentrici complementi d’arredo, per creare l’effetto di uno spazio ampliato.
L’Architetto ha saputo creare un mix sapiente, in cui i pezzi si distinguono attraverso i contrasti creati tra le inedite associazioni di forme e materiali, oggetti finiti e ruvidi, accenti forti e decorazioni grafiche. Quello che altrimenti sarebbe stato uno spazio industriale freddo, diviene accogliente, caldo e confortevole.

Per illuminare i locali sono state utilizzate delle strisce LED rigide, che si estendono su tutto il soffitto, illuminando i punti chiave (zona divano e isola e bancone della cucina) e creando un gioco di geometrie nel piccolo corridoio che porta alla zona notte. Quest’ultima è composta da una camera letto padronale, la camera dei bambini e due bagni. Anche qui permane la commistione di stili e di colori, soprattutto nella zona bagno: due piccole gallerie d’arte, rese vive dai graffiti dell’artista rumeno Vladimir Tudose. Un tocco di street style inedito, che rende unica e speciale tutta l’abitazione.

A pavimento serviva quindi una superficie che cooperasse all’ampliamento dello spazio e rappresentasse uno sfondo neutro per i materiali e i colori scelti: utilizzato nel colore Charcoal, Microtopping® Ideal Work® ha rivestito tutte le pavimentazioni e le pareti delle zone bagno. Materico e vellutato, Microtopping® ha contribuito all’atmosfera calda e famigliare, soprattutto laddove è stato accostato al legno naturale, come nei bagni.
Oltre ai benefici estetici, Microtopping® è stato scelto anche per le caratteristiche funzionali: essendo una pavimentazione continua – priva di fughe – è infatti facile e veloce da pulire.

 

 

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Situato alle pendici dell’Etna, nella località di San Giovanni La Punta (CT), il nuovo sport club Ekipe arricchisce con la sua imponenza un centro a lungo dimenticato caratterizzato da edifici tipicamente anni ’80. 

Riqualificare l’intera zona, creando “la casa dello sport e del wellness” è stato il motore che ha guidato la realizzazione di questo maestoso centro sportivo polifunzionale di 12.000 mq. Un ambiente dedicato a tutti, singoli e famiglie, e con un’ampia varietà di proposte: dalle piscine per gli sport acquatici, alle aree esterne con campi da calcio, alle sale fitness, zone relax e ristoro o di intrattenimento per i più piccoli.

 

L’intera opera, progettata dall’arch. Salvatore Puleo con la collaborazione dell’arch. Angela Catanese, si caratterizza per le linee geometriche e severe dalla matericità quasi grezza, che va a contrasto estetico con il concetto di ospitalità e comfort tipico dei centri polisportivi e di accoglienza.

La struttura esterna si compone di un’articolata costruzione, i cui volumi sembrano dividere il lotto in quattro parti, ricavando all’esterno un’area a parcheggio e tre campi da calcio outdoor.

Fulcro principale dell’idea progettuale è il corpo di fabbrica centrale, ampio e largo, costituito da un volume in cemento faccia a vista di 8 metri di altezza, leggermente inclinato quasi ad adagiarsi sul lieve dislivello al centro del lotto. Una regolare rigidità esteriore che contiene al proprio interno spazi differenti, che si incastrano fra di lotto in un articolato gioco di doppie altezze e tagli irregolari.

 

Gli ambienti interni, per la maggior parte comunicanti minimamente con l’esterno, si schiudono verso ridotti angoli a cielo a aperto, quasi a voler isolare il visitatore dal mondo esterno. Una scelta, questa, basata sull’implosione, sul voler progettare un fabbricato chiuso su sé stesso, un edificio che vive del suo interno e che dialoga con l’esterno solo tramite ricercati scorci che lasciano appena intravedere il contesto urbano in cui si inserisce.

Anche gli interni sono costituiti da spazi rigorosi e minimali.

Tutto risulta omogeneo, spezzato solo da qualche accenno di colore degli arredi o delle pareti e dalle ampie vetrate che lasciano filtrare la luce da uno spazio all’altro, creando armoniosi giochi di luci e ombre.

A fare da sfondo neutro e materico all’intera struttura Microtopping Ideal Work, il rivestimento polimerico-cementizio proposto da Ideal Work soprattutto per gli ambienti di tendenza e design.

 

In tonalità Charcoal, Microtopping è stato utilizzato a pavimento, sia per l’esterno, che per tutte le pavimentazioni interne. Microtopping è stato scelto per la sua capacità di donare continuità visiva tra esterno ed interno e tra gli interni stessi.

Un effetto vellutato e materico, che contrasta ma al tempo stesso si sposa con l’effetto grezzo delle pareti in cemento dei corridoi.

 

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Ha un’origine affascinante che richiama lo sfarzo delle ville veneziane: il pavimento alla veneziana caratterizzato da graniglie di marmo e pietre livellate, seduce da sempre con la sua bellezza classica e raffinata. Si pensi che il pavimento o terrazzo veneziano nasce nella Venezia dei dogi e si afferma largamente durante il Rinascimento.

Oggi la tradizione del cosiddetto terrazzo rivive in LIXIO, un rivestimento decorativo e moderno che regala bellezza e prestigio alla casa, ma anche a hotel e ristoranti, negozi ed aree commerciali, a musei, edifici pubblici, e ville private. In linea con una delle tendenze che si è affacciata nel 2016 e si sta accreditando nel 2017: l’imporsi dell’”effetto marmo”, soprattutto lucido, nell’interior design, in una nuova ricerca di lusso prêt-à-porter.

Non c’è spazio nel quale LIXIO non si possa inserire con classe: che sia storico o moderno, barocco o minimalista: il nuovo pavimento alla veneziana Ideal Work è versatile e si integra piacevolmente in qualsiasi contesto. Adatto sia per interni che per esterni. L’estetica di LIXIO non ne preclude la funzionalità: frutto della tecnologia innovativa Ideal Work, questo materiale resiste alle abrasioni ed ha un’alta resistenza e longevità.

Una delle più interessanti caratteristiche di LIXIO è data dall’ampia possibilità di personalizzazione: in soli 5 millimetri di spessore consente di creare un’originale pavimentazione senza interruzioni costituita da esclusive graniglie di marmo italiano di alta qualità, da giocare in infinite combinazioni di cromie e decori. Dal virginale Bianco Carrara al seducente Nero Ebano 100, passando per il romantico Rosso Terracotta: le nuance sono tante e tutte affascinanti.

 

A scelta sono disponibili molteplici finiture: lucida, satinata, antisdrucciolo o addirittura bocciardata.

 

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Lungo la costa occidentale dell’Istria, non lontano da Poreč e Novigrad, ed immerso nella natura si situa il Camping Lanterna by Valamar: una struttura composta da ampie case mobili con terrazza e giardino, parchi acquatici con scivoli d’acqua, parchi giochi, piscine e un’articolata proposta d’intrattenimento e sport, per tutta la famiglia.

Dotato di 1900 piazzole e 600 diversi alloggi in affitto, nell’ultimo anno il Camping ha apportato numerose novità nella sua struttura, a partire dalla costruzione di un nuovo Family Aquapark, nuovi bar lungo le spiagge fino alla ristrutturazione di alcuni edifici già esistenti.

Tra i locali di nuova costruzione si trova anche il Belvedere Cafè, situato vicino ad una delle piscine, e dal quale ammirare il meraviglioso panorama vista mare e godere di una pausa rilassante.

Per la realizzazione della pavimentazione esterna del locale è stata scelta la più innovativa delle soluzioni Ideal Work, qui utilizzata in modo del tutto inusuale: Microtopping®, il composto esclusivo Ideal Work, creato dall’unione di un polimero liquido e di una miscela cementizia, ideale per rivestire, recuperare, ricreare superfici continue in orizzontale ed in verticale. 

Sebbene sia utilizzato prevalentemente per realizzare interni di design o in ambito ristrutturazione, grazie alla sua estetica unica, moderna e materica, ma soprattutto alla maggior resistenza rispetto alle superfici cementizie tradizionali, Microtopping può essere applicato anche in esterno.

Dotato di una buona protezione dalla penetrazione dell’acqua, sollecitazioni climatiche, sali disgelanti e raggi UV, Microtopping applicato in esterno è ideale per realizzare terrazzi, marciapiedi, bordi piscine, portici e pareti. Inoltre non necessita di particolari manutenzioni.

Quella del Camping Lanterna è stata un’applicazione speciale, resa possibile anche dall’esperienza maturata da Ideal Work nelle applicazioni su grandi spazi, dai parchi tematici o acquatici, ai centri sportivi fino alle grandi aree pubbliche.

Microtopping è stato così applicato nello spazio attorno al locale, donando all’ambiente un tocco di minimale modernità, in fusione con il paesaggio circostante. Un gioco di contrasti e di richiami, tra l’estetica moderna del cemento e l’atmosfera marittima e naturale del luogo, in cui Microtopping fa da sfondo neutro, esaltando ciò che gli sta attorno. Lo spazio così creato si amplia, acquisendo una naturale profondità, armonia e leggerezza. 

In soli 3 mm, Microtopping ha rivestito viali, camminamenti, aree a bordo piscina, strutture, scalini, pedane e colonne: questo è stato possibile per la grande duttilità e lavorabilità del materiale nonché per l’elevata adesione al supporto. La lavorazione artigianale di Microtopping ha consentito di scegliere il grado di finitura ideale per il progetto: trattandosi di esterni e in particolare di piscina, si è optato per una finitura più ruvida per rendere la superficie anti-scivolo. 

Secondo i severi test a cui è stato sottoposto, Microtopping risulta avere caratteristiche di resistenza superiori alla normale resina per pavimenti. La sua resistenza è stata testata con sollecitazioni meccaniche, termiche, da impronte residue, da impatto, all’usura, al fuoco, alla screpolatura, a sostanze chimiche, a sostanze corrosive. Microtopping ha ottenuto ottimi risultati anche per l’isolamento da vapore.

 

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Il nuovo Museo della Fondazione Prada “non è un’opera di conservazione e nemmeno l’ideazione di una nuova architettura” - dichiara Rem Koolhaas, l’archistar dello studio OMA che ha guidato il progetto del nuovo complesso.

Si tratta piuttosto di una continua interazione tra opposti in cui, tra i vari contrasti, coesistono il vecchio con il nuovo.

Questo dualismo si ritrova nella scelta di superfici di ultima generazione utilizzate per rivestire spazi contemporanei che dialogano con strutture tradizionali.

Tra queste, due delle soluzioni più innovative proposte da Ideal Work – Betontop® ed Architop® - sono state utilizzate per realizzare i 4 piani della torretta rivestita in foglia d’oro e la parte superiore dei solai di una delle parti pre-esistenti.

Situato in largo Isarco, tra viale Ripamonti e corso Lodi, a sud del centro della città, il Nuovo Museo Prada nasce dalla riqualificazione di una grande area periferica di Milano, a lungo abbandonata e ha previsto la riconversione di alcuni edifici industriali, tra cui un’antica distilleria, d’inizio Novecento e la costruzione di tre nuove strutture. 

Estesa su una superficie totale di 21.783 metri quadrati, l’area riqualificata - capace di integrare la struttura architettonica originale con le nuove costruzioni -  si presenta come una cittadella ben ordinata e sobria, ma con tratti di rara eleganza. Il progetto si costituisce di sette edifici esistenti e tre nuove strutture: Museum, uno spazio per mostre temporanee; Cinema, un auditorium multimediale; Torre, uno spazio espositivo permanente per la collezione e le attività della Fondazione.  

Ad attirare lo sguardo del visitatore è soprattutto la Torre, una struttura spettacolare rivestita di 200.000 fogli d’oro zecchino il cui fronte esterno sulla città dichiara proprio la natura ibrida e multiforme tra volumi pre-esistenti simmetrici e monocromatici e nuova architettura.

Ed è proprio nei quattro dei piani della torre che s’inserisce Betontop, una soluzione Ideal Work che consente di rinnovare pavimentazioni già esistenti in calcestruzzo lavorando a bassi spessori (2,5 - 6 cm).  La particolare formulazione concentrata, permette di aggiungere il cemento, la sabbia e la ghiaia direttamente in cantiere, aspetto molto utile quando si lavora in centro città. Dotato di ottima lavorabilità, ha una più elevata resistenza alla compressione ed alla flessione rispetto ad un calcestruzzo tradizionale. Una scelta ideale, considerato l’alto traffico di un luogo aperto al pubblico. Per rendere la superficie anti-polvere è stato applicato un trattamento protettivo. 

Betontop tonalità gray è stato utilizzato per circa 1000 mq di pavimento ed è stato espressamente richiesto che fosse mantenuto un effetto cemento opaco. L’estetica essenziale, ruvida, materica consente di fare da sfondo neutro capace di valorizzare l’esposizione. Come si può notare nello spazio immenso e spoglio al centro del quale si trova la famosa installazione dell’artista Damien Hirst. Love Lost, una vasca cubica piena d’acqua in cui tra molti oggetti e pesci colorati troneggia una vecchia sedia medica.

In una altra parte del complesso si è lavorato invece sui solai: in questi casi non è possibile caricare il peso dato dallo strato dal calcestruzzo tradizionale, né da Betontop; è stato quindi necessario scegliere la più innovativa delle proposte Ideal Work: Architop, una soluzione che consente di superare i limiti di spessore e di peso del calcestruzzo tradizionale. 

In soli 3-4 mm Architop permette di rinnovare le superfici senza demolire il pavimento preesistente ed ottenere una nuova pavimentazione continua, bella, con un moderno effetto cemento nonché ultra resistente

Architop è il nuovo sistema cementizio-polimerico adatto a realizzare pavimenti nuvolati, acidificati e pettinati. È ideale per rinnovare pavimentazioni già esistenti in calcestruzzo, ceramica, marmo o massetti in sabbia-cemento e trasformarle in superfici continue con finitura nuvolata o acidificate.

Anche per questa pavimentazione di circa 300mq è stata scelta la tonalità grigia, neutra con finitura liscia sempre ideale per esaltare le sculture e le istallazioni presenti.

I lavori sono stati seguiti da ASSOPAV S.R.L. di Bergamo, applicatore autorizzato Ideal Work e si sono conclusi in un mese circa.

 Ancora una volta, le superfici Ideal Work abbracciano gli spazi dedicati alla cultura: l’intervento presso la Fondazione Prada si unisce a quelli di: Museo del Vetro di Murano ed Teatrino di Palazzo Grassi firmato da Tadao Ando a Venezia, Messner Mountain Museum Corones di Zaha Hadid e Auditorium di Oscar Niemeyer.

 

 

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