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Da un lato il concetto del riutilizzo dei materiali, dall’altro un’ispirazione che ricorda le forme squadrate delle architetture di Van Der Rohe: nasce così in provincia di Pordenone, a pochi km dal litorale veneto, il primo progetto tutto italiano di riconversione funzionale di classici container navali in residenza privata. Un’idea ambiziosa che racchiude in sé la volontà di dimostrare come oggi anche l’architettura residenziale possa essere innovativa, sostenibile e creativa. “Sono sempre stato attratto dai volumi cubici, dalle linee decise – spiega il committente e proprietario Alberto Bebi – per questo nella progettazione della mia casa ho scelto di partire dagli shipping container, un materiale inusuale che però si presta molto bene al concetto di riuso”.

Progettato dallo studio del geometra Gianluca Cristante, lo sviluppo della realizzazione vede la disposizione di otto container in una pianta a croce che gioca sulle forme a parallelepipedo dei volumi. Nello specifico sono stati posizionati quattro container da 12 metri nella parte anteriore, dove sono situate la zona living e la cucina al piano terra e la camera al primo piano, mentre quattro da 6 metri sono stati collocati per formare la parte posteriore – in corrispondenza dei locali di servizio, vano scale, bagni e cabina armadio. Un nono container da 12 mt, posizionato separatamente a pochi metri di distanza, funge da piccolo garage ed è stato volutamente mantenuto nell’estetica originaria: sfoggia ancora, infatti, il colore rosso e il logo della compagnia di trasporti.

Particolarmente complessa è stata la gestione dei fori finestra, ricavati sia dalle aperture già presenti nei container che da altre appositamente realizzate per garantire il miglior apporto di luce naturale all’interno dei locali. Climapac, lavorando in sinergia con lo strutturista e gli artigiani che hanno realizzato la controparete a secco sul lato interno, ha progettato una soluzione su misura: un sistema di spalle isolate in grado di contenere la guida per l'avvolgibile, il falso telaio per il corretto fissaggio dei serramenti e i supporti per poter sostenere e movimentare le tapparelle in alluminio. Lo spessore esiguo della muratura perimetrale (circa 18 cm) non consentiva, inoltre, di ospitare il cassonetto e il sistema oscurante a scomparsa, pertanto a chiusura degli 8 vani si è optato per MyBox, il cassonetto termoisolante di Climapac. Grazie all’elevata tenuta all’aria e all’acqua e alla trasmittanza termica certifica Uw= 0,54 W/m2K, MyBox ha garantito non solo la massima performance dei fori finestra in termini di isolamento termico, ma anche una migliore efficienza energetica generale dell’abitazione. Gli otto cassonetti sono stati realizzati anch’essi su misura, in colore grigio scuro e forma esterna squadrata, per adattarsi perfettamente sia al contesto murario che a quello estetico degli interni.

 “La sfida è stata trovare i giusti partner – continua Bebi – capaci di andare al di là della visione architettonica tradizionale. La struttura perimetrale dei container, infatti, non ha i normali elementi di ancoraggio ed appoggio per consentire l’installazione di normali controtelai e cassonetti. Attraverso un sopralluogo in loco e uno studio preciso, Climapac è riuscita a progettare un sistema ad hoc che non solo ha risolto le diverse problematiche presentate dal cantiere, ma che ha consentito anche un’installazione semplice e veloce. Il sistema di spalle coibentate ha raggruppato molteplici lavorazioni che altrimenti avrebbero dovuto essere realizzate in modo artigianale da diversi interlocutori, andando probabilmente a minare le prestazioni e il risultato estetico”.

 

Scheda progetto

Anno realizzazione: 2019

Località: Sesto al Reghena (PN)

Committente: Alberto Bebi

Progetto: Geom. Gianluca Cristante

Serramentista: Officina Nadalin

Gestione del foro finestra e cassonetti: Climapac

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